Nel bluescreen facciamo riferimento al termine “set virtuale” (detto anche background) quando parliamo del fondale che, in fase di montaggio, rimpiazza il colore blu o verde. Può trattarsi di un’immagine statica, di un filmato di interni o esterni o di un’animazione realizzata al computer.
Di qualunque contributo video si tratti, anche il set virtuale deve rispettare alcune regole al fine di ottenere risultati credibili e compatibili con le scene girate in bluescreen.
Si deve tenere a mente la distanza focale tra primo piano e fondale. Spesso il background rappresenta qualcosa di distante, mentre il soggetto è inquadrato in primo piano; per questo si deve dare l’impressione che il fondale sia sfuocato. Si possono girare le sequenze del background disabilitando volutamente l’autofocus ed impostandolo su valori leggermente diversi, oppure, utilizzare lo strumento blur (sfocatura) sulla clip del fondale; soluzione artificiale ma efficace.
Nel caso che il soggetto sia un attore, risulta decisamente utile affiancare oggetti scenografici che contribuiscano a rendere più reali primo piano e fondale allo spettatore. Tavoli, sedie, tappeti e sassi sono utili accessori coi quali l’attore può interagire. Se in fase di ripresa in bluescreen si sono previsto due inquadrature differenti, è necessario preparare due background differenti, per conservare l’impressione che l’attore si trovi realmente nell'ambiente virtuale.
Si deve tenere a mente che le clip contenenti i due set dovranno essere composte in un’unica sequenza finale; pertanto è necessario che risultino “compatibili” tra loro.
Tale compatibilità è data da una corretta illuminazione, che non deve generare controsensi visivi come ombre errate o chiaroscuri irreali, dalla palette dei colori, che deve essere per entrambi i filmati simile il più possibile, e dalle prospettive, che devono dare l’impressione della profondità di campo. Tutto ciò non è banale ma è frutto della cura con cui si realizzano le riprese e dell’esperienza dell’operatore.
I set virtuali raffiguranti paesaggi esterni statici (ad esempio un capo di grano o un bosco) hanno comunque bisogno di movimento; nuvole, uccelli o rami che si muovono possono dare credibilità alla scena.
Uno dei vantaggi del bluescreen è certamente la possibilità di creare ex novo scenografie altrimenti non realizzabili. In ambito cinematografico si usa comunemente la tecnica del “matte painting”, ovvero il disegno e la pittura estremamente realistica di un fondale a dimensioni reali.
Senza inventarsi artisti è possibile creare ambientazioni in computer grafica, grazie a particolari software appositamente progettati. In questi casi, per qualitativo che sia il girato del foreground, si deve ricordare che contiene sempre un leggero rumore video di fondo, che non è presente nei lucidi fondali creati in CG. Occorre quindi applicare al background un filtro che generi un rumore simile a quello del primo piano e lo renda pertanto compatibile.
Per concludere si ricordi una cosa importante: i limiti del bluescreen sono fissati solo dalla creatività dell’operatore. Tale tecnica non si presta soltanto alla sostituzione dei fondali ma permette interessanti effetti altrimenti non realizzabili. Mischiando tecniche di CG, effetti visivi e riprese in bluescreen si potranno ottenere risultati sbalorditivi anche lavorando con tecniche e strumenti amatoriali. Buon divertimento!
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