Avrete certo osservato che esistono una grande varietà di dimensioni video, ognuna predisposta ad una particolare resa visiva o legata ad un particolare sistema di trasmissione. Soprattutto nel fare video editing, i concetti di dimensione video orizzontale e verticale del quadro video sono fondamentali e spesso causano problemi e confusioni. Vediamo di fare un po' di chiarezza.
Come detto le dimensioni sono tante, sia quelle standardizzate sia quelle personalizzabili, per cui è stato introdotto un valore che permettesse di classificare i vari quadri video secondo un sistema univoco e universale. In sostanza l'aspect ratio ("rapporto d'aspetto"), questo è il suo nome, si ricava dividendo la larghezza del quadro per la sua altezza.
Per fare un esempio, un video 320*240 pixel ha un aspect ratio di 1,333, come anche un video di 640x480 pixel. Questo è importante per capire che l'aspect ratio NON da informazioni circa le dimensioni del quadro video (ovvero quanto è grande) ma solo sulla sua "forma" (quadrata, rettangolare, panoramica, ecc...) ovvero sulle proporzioni video che esistono tra larghezza e altezza.
L'aspect ratio può essere espresso in forma decimale (appunto 1,333) oppure in forma frazionaria (4/3, più corretto poiché non ci sono problemi di approssimazione derivanti da decimali periodici).
Inoltre anche il formato pixel ha la sua importanza poiché a seconda di esso il calcolo dell'aspect ratio può variare.
Vista l'esistenza di così tanti formati, uno dei principali problemi che nascono dalla trasposizione dei film cinematrografici allo schermo televisivo è proprio l'aspect ratio. Come sappiamo, fino a poco tempo fa le TV possedevano tutte uno schermo con rapporto 4/3 che quindi si rivelava inadatto a mostrare quadri video più ampi orizzontalmente (mentre oggi i formati e le risoluzioni tv sono molteplici).
Per risolvere il problema senza complicazioni, veniva impiegata una tecnica chiamata Pan & Scan che aveva però il difetto di visualizzare solo una parte dell'immagine, escludendone i "bordi" destro o sinistro, per quasi la metà del fotogramma. In pratica, l'area di visione 4/3 veniva "spostata" sul quadro originale (appunto più largo) cercando di seguire la zona in cui si svolgeva l'azione filmata. Questo comportava un notevole taglio sull'inquadratura originale e aggiungeva movimenti di camera a destra e a sinistra, indesiderati dai creatori del film.
Migliorie sono state apportate introducendo il formato letterbox, che non taglia il fotogramma originale, ma semplicemente lo "rimpicciolisce" in modo che possa stare all'interno del quadro 4/3. Naturalmente, essendo il formato originale in proporzione più largo, rimangono scoperte due zone sopra e sotto, che vengono occupate da due bande nere.
Ecco alcuni aspect ratio standard:
NOME DEL FORMATO | ASPECT RATIO | BANDE NERE SU MONITOR |
---|---|---|
Video 4/3 | 1.33:1 | -- |
Widescreen o 16/9 | 1.78:1 | -- |
Widescreen EUR | 1.66:1 | 72 pixel |
LetterBox | 1.85:1 | 80 pixel |
Panavision | 2.40:1 | 125 pixel |
Cinemascope | 2.35:1 | 125 pixel |
Per realizzare un formato widescreen (formato panoramico) esiste anche una modalità detta "anamorfica", termine derivante dal nome della lente utilizzata dalle cineprese cinematografiche per ottenere appunto tale effetto (anamorfico significato). In sostanza per la ripresa viene utilizzata tale lente che comprime l'immagine panoramica sulla pellicola, rendendola più "stretta". Poi, nel momento della proiezione, una lente con capacità opposta viene applicata al proiettore che quindi ripristina il corretto aspetto del quadro video. Naturalmente le immagini stampate sulla pellicola risultano deformate, come "schiacciate" orizzontalmente. Ma tale distorsione non è visibile allo spettatore, poiché la proiezione sarà effettuata allargando l'immagine per recuperare le proporzioni originali.
Questo meccanismo sta alla base del sistema Cinemascope (Cinemascope significato).
La stessa cosa può avvenire su video digitali. Cambiano però i termini. L'idea è infatti quella di memorizzare un'immagine widescreen in un fotogramma PAL di dimensioni 720x576, quindi con proporzioni 4/3 (aspect ratio 1.25 per il formato PAL appunto). In questo modo si sfrutta al massimo la risoluzione video consentita dallo standard senza eliminare informazioni (Pan&scan) o diminuire l'area di visione (letterbox video). Poi, a seconda di come di visualizza il video anamorfico sui televisori widescreen, potranno comparire bande nere (se si tratta di un 4/3) o potrà essere riempita l'intera area di visione (16/9 o risoluzione 16 9 ). E' il televisore (o il dvd player) che penserà a "stirare" orizzontalmente il video anamorfico.
Aggiungiamo che con l'introduzione dell'alta definizione si è universalmente affermato il formato 16/9 e quindi le risoluzioni video disponibili possiedono tutte (con qualche eccezione) tale aspect ratio (1280x710 e 1920x1080, i famosi formati HD702 e HD1080) con dimensioni pixel quadrati.
Sappiamo tutti cos'è un pixel, il più piccolo elemento puntiforme che compone un'immagine grafica su computer. Non tutti sanno però che i pixel non sono sempre quadrati, ma possono essere anche rettangolari. Infatti, a seconda del formato dell'immagine (o del video) che compongono, i pixel hanno un loro aspect ratio diverso da 1 (che appunto indica un aspect ratio quadrato).
Prendendo come esempio lo standard PAL (che per noi italiani è lo standard televisivo tradizionale a cui siamo abituati), un fotogramma ha dimensioni 720x576 pixel con un aspect ratio di 720/576 = 1.25 . Nel PAL i pixel sono rettangolari con aspect ratio 1,067 (per video 4/3) e 1,422 (per video 16/9). E' una cosa da tener presente quando si importano video nei software di editing per evitare distorsioni indesiderate.
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