GUIDA ALLA REALIZZAZIONE DI UN DOCUMENTARIO - Equipaggiamento e attrezzatura


La videocamera più adatta per girare un documentario

Prima di analizzare le tecniche più consone a girare un documentario, vediamo quali caratteristiche sarebbero utili nel camcorder impiegato per la ripresa.

Compattezza e peso contenuto sono fattori importanti per potersi muovere in libertà e senza creare ingombro. Anche la silenziosità dei meccanismi interni ha una certa importanza: gli animali hanno generalmente un udito più fine del nostro e semplici rumori del motorino del nastro possono essere causa di disturbo. Se un camcorder si rivela molto rumoroso, un consiglio è quello di isolarlo avvolgendolo con un panno, nei limiti della sua usabilità. Disabilitare assolutamente tutti i segnali acustici di funzionamento di cui il camcorder è fornito come i “bip” di accensione, di inizio registrazione e di scatto.

Per quanto riguarda l’obbiettivo, lo zoom è forse lo strumento più utilizzato in questo tipo di riprese. Catturare un soggetto a grande distanza, senza quindi influire sull’ambiente circostante, è un’opportunità impagabile. Ricordiamo infatti che di un animale non si deve solo “catturare” l’aspetto, ma per rendere interessanti le riprese, si deve cercare di cogliere ogni lato delle sue attività. Il potenziamento digitale dello zoom, sempre denigrato per la perdita di qualità che provoca sull’immagine, è in questo caso un ottimo aiuto. Poter ingrandire, anche se in modo degenerativo, un dettaglio interessante è sempre meglio che non poterlo filmare affatto. Naturalmente rimane ovvio che maggiore è l’ingrandimento ottico consentito dal camcorder, maggiore sarà la qualità delle inquadrature altamente ingrandite.

Anche la presenza di uno stabilizzatore d’immagine si rivela un fattore certamente utile. Gli zoom ad elevati ingrandimenti sono spesso vittima di tremolii e vibrazioni involontarie. Con l’impiego dello stabilizzatore queste problematiche vengono decisamente limitate. Inoltre può capitare di dover effettuare una ripresa movendosi a piedi o su un mezzo, altre situazioni in cui lo stabilizzatore può aiutare. La versione digitale, anche se meno qualitativa poiché “ruba” una parte di immagine per correggere le vibrazioni, è comunque uno strumento utile, e spesso unico su camcorder estremamente compatti e poco stabili.

Opportunità ugualmente valida è lo scatto di istantanee ma si deve prestare attenzione a non usare mai il flash in presenza di animali, soprattutto quelli selvatici. Si rischia una reazione che può variare dalla fuga improvvisa all’attacco per difesa. Se occorre maggiore illuminazione, si può utilizzare la ripresa notturna o valori di diaframma e otturatore che possano incrementare la cattura di luce. La fluidità naturalmente ne risentirà. Infine è auspicabile la presenza sul camcorder di una ghiera manuale per gestire i parametri di ripresa, cosa che permette un controllo più qualitativo e creativo delle inquadrature ed evita l’impiego di rumorosi motorini interni.

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A cura della redazione e di Antonio Natalino

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